lunedì 5 novembre 2018

QUALCOSA DI PERSONALE: ALL'IMPROVVISO INNAMORARSI DI GIULIETTA...

L'inconfondibile linea a cuneo della Nuova Giulietta lanciata nel 1977.
Non è l'Alfa più bella. Non è la più famosa. Non è nemmeno la più corteggiata. Ma questa mattina, sulle trafficate strade di città, ne ho vista una rossa, sicuramente appena uscita di carrozzeria tanto luccicava. Spiccava tra decine di altre auto moderne, un po' per il colore, un po' per quella coda a papera che l'ha sempre contraddistinta. Ed eccomi folgorato da una Giulietta, una Nuova Giulietta, di quelle nate nel 1977.

E' sempre più raro vederne in giro, ma quante ce n'erano negli anni '80? Tante, tantissime. Sia in borghese, sia con i colori delle forze dell'ordine. Polizia in primis: azzurre con le strisce bianche.
Ma cos'ha di tanto speciale questa Giulietta? Boh, forse niente. Eppure mi ha trasmesso delle vibrazioni positive, mi ha pizzicato le corde della passione (seppur facilmente eccitabili...).
Sicuramente quella coda così particolare, a partire dal taglio della porta posteriore per finire con lo spoiler appena accennato che sembra proteggere i gruppi ottici così alti e un po' tozzi. E poi quel frontale spiovente, che guarda dritto l'asfalto come a volerlo sfidare.
Giulietta ha l'aria dinamica, sfrontata, irriverente. Prima di tutto nei confronti della (quasi) gemella Alfetta, dalla quale ha ereditato l'autotelaio completo. Alfetta, però, è quella più tradizionale: una classica berlina a tre volumi disegnata con squadra e righello; Giulietta - che nei piani industriali dell'Alfa Romeo dell'epoca avrebbe dovuto sostituire la Giulia "disegnata dal vento" - è stata nel suo piccolo un modello di rottura con il passato e di apertura verso un nuovo corso stilistico, che avrebbe raggiunto l'apice con la successiva 75 (1985) e con l'ammiraglia 164 (1987).
Entrambe, infatti, devono molto a quella stramba ma irresistibile coda di papera...





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