martedì 29 novembre 2016

Un Giugiaro inedito al Museo di Torino



E' impensabile raccontare la storia dell’automobilismo moderno senza parlare di uno degli uomini che più di tutti l’ha segnata con il suo genio creativo. Ci riferiamo a Giorgetto Giugiaro, icona del car design che ha dato forma ad oltre 200 vetture - dalle utilitarie più spartane a sportive mozzafiato e concept car - e ha saputo fondere una forte vena artistica con una rigorosa cultura ingegneristica. Fino al 26 febbraio 2017, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino celebra lo stilista piemontese nella mostra “Giugiaro e il suo percorso”, curata da tre personalità del mondo automotive: il giornalista Giosuè Boetto Cohen, lo storico dell’auto Giuliano Molineri e il direttore del Mauto Rodolfo Gaffino Rossi.

È già stato detto e scritto molto su una figura come quella di Giugiaro, talento che sfugge ad ogni definizione e che la mostra prodotta dal Mauto racconta in una versione inedita attraverso le sue influenze familiari, le sfide imprenditoriali e l’umanità che lo stilista ha saputo infondere in ogni sua opera, guardando al futuro con intuizione e coraggio. Innovazione e unicità, arte e concretezza guidano da oltre sessant’anni la mano di Giorgetto.

Rodolfo Gaffino Rossi e Giorgetto Giugiaro


Sette lauree ad honorem, sei “Compasso d’Oro", tre “Auto dell’Anno” e due “Volante d’Oro”: sono solamente alcuni dei riconoscimenti ricevuti nel corso di un’inarrestabile carriera che nel 1999 ha portato 120 giornalisti di tutto il mondo a definirlo il più importante car designer del Novecento.
"Giugiaro è una figura rinascimentale - ha detto Giuliano Molineri - capace di tradurre in grafite e in volumi concreti le attese di generazioni di fruitori". Giosuè Boetto Cohen ha aggiunto che "questa mostra è dedicata ai giovani in gamba, che si ricordano di usare sempre il proprio cervello per andare alla ricerca delle idee".



LA  MOSTRA
Se quella di Giugiaro è un’esperienza professionale che ha attraversato la storia, la vicenda dell’uomo inizia a Garessio, piccolo paesino tra Cuneo e la Liguria. Da qui si sviluppa l’esposizione del Mauto, che ripercorre l’infanzia e il forte legame con la famiglia. In particolare con il padre Mario che gli trasmette la passione per il disegno e la pittura, la scelta di intraprendere una formazione artistica a cui si va ad affiancare lo studio della progettazione tecnica. Poi il trasferimento a Torino e l’esperienza della scuola per “figurinisti” di Eugenio Colmo, in arte Golia.
La prima parte del percorso è così dedicata a inediti bozzetti giovanili, dipinti ad olio e caricature di personaggi famosi fino ai primi figurini di automobili. A metà degli Anni Cinquanta attireranno l’attenzione di Dante Giocosa, direttore tecnico della Fiat e considerato uno dei maestri della scuola motoristica italiana.



Si prosegue poi nella sezione “Ghiribizzi” che racconta gli anni da apprendista nel Centro Stile Fiat e i primi modelli del ventunenne Giugiaro per la carrozzeria Bertone. Per arrivare all’impresa di Italdesign, fondata insieme all’amico tecnologo Aldo Mantovani nel 1968 e sviluppata in crescente simbiosi con il figlio Fabrizio, entrato in azienda nel 1990 fino ad assumere la responsabilità dell’Area Stile.
La concept-car Testudo (su meccanica Chevrolet Corvair) e gli studi per la Aztec sono il preludio della “Gallery” che raccoglie dieci delle vetture più celebri disegnate da Giorgetto: auto da sogno accanto a geniali utilitarie. Il resto è storia: dalla Golf lanciata nel 1974 alla Ferrari GG50, passando per la Panda e l’Alfa Brera, la Maserati Ghibli e la berlina extralusso Bugatti, fino all’Alfa 2600 e la Brivido, concepita in Italdesign da Fabrizio Giugiaro, per concludere con la DeLorean, resa celebre dal film “Ritorno al futuro”.



Nessun commento:

Posta un commento